Gabriele: filmmaker, fotografo e alpinista.
Ciò che amo di più è condividere emozioni, vederle riflesse negli occhi delle persone che ho accanto. E ho la fortuna di poterlo fare grazie ad una macchina fotografica.
Non è sempre facile, tutt'altro. Ma è una sfida ogni giorno più bella.
In questa
intervista su Mountainblog ho provato a raccontare qualcosa di me, del mio modo di vedere il mio lavoro e le mie passioni.
Ci sono però molte cose che è difficile spiegare o dire di sé stessi: alcune le capirete dai miei video, dalle mie foto.
Un fotografo, un videomaker, non è solo quello che vi racconta: è anche ciò che le sue immagini raccontano di lui.
Dall'altra parte della mia reflex ci siete voi.
Vi ascolto raccontare per prendere parte ai vostri sogni: che siano di roccia, di ghiaccio, di vento e di mare; viaggi, avventure, esplorazioni, dietro casa o in capo al mondo.
Vi accompagno nella costruzione dei vostri sogni, vi seguo fino a che non si fanno realtà. Di ritorno a casa li racconto attraverso le mie lenti, attraverso le immagini che porto nel cuore. Voglio che la pellicola evochi le emozioni del viaggio, ma che allo stesso tempo accenda negli occhi di chi guarda il desiderio di mettersi in cammino verso nuovi orizzonti.
Alcuni esempi, pochi. Perché ogni emozione è unica.
(trailer di un progetto in nove puntate, a disposizione sul canale vimeo)
Sadpara è un viaggio attraverso il cuore delle montagne pakistane, percorso inseguendo le radici di un nome che si fa popolo.
Esplorando il legame che lo unisce con le terre alte, emerge la quotidianità essenziale di una piccola comunità dal carattere limpido e forte, a cui fa da sfondo l'immensità del Karakoram.
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Finale '68 è nato come un sogno: chi lo avrebbe mai detto di vederlo debuttare al Trento Film Festival,
cinquant'anni esatti dopo l'apertura della prima via d'arrampicata di Finale Ligure?
Non avevo ancora affrontato l'esperienza del lungometraggio: è stata, forse, la sfida più difficile alla quale abbia mai preso parte, ma grazie all'aiuto di tanti Amici posso dire che si è rivelata anche una tra le più belle ed entusiasmanti avventure della mia vita.
Abbiamo viaggiato tanto con la gioia di poter condividere il nostro lavoro in Italia e nel mondo, nei festival e nelle nostre serate. Abbiamo conosciuto nuovi amici, ascoltato antiche storie, macinato tanta strada, solo per raccontare questo
piccolo viaggio nella memoria.
Perché un albero mette frutti e fiori solo se ha radici e soltanto se la linfa vitale scorre dalle radici ai rami. Se si taglia l'albero all'altezza delle radici, ahimè! Ben presto morirà, diverrà un tronco secco da ardere, senza fiori e senza frutti. Qualcuno forse in buona fede sta cercando di segare l'albero per staccarlo dalle sue radici, con l'illusione di dargli finalmente la libertà di movimento. Ma forse si è ancora in tempo a porre riparo, a cicatrizzare la ferita. (Gian Piero Motti)
FINALE '68 - Italiano
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